domenica 25 ottobre 2015

Sull'illuminazione

Oggi voglio proporre un discorso un po' tecnico, forse per pochi, sul significato della parole: "Risveglio", "Realizzazione" e "Illuminazione" 
Sono termini molto usati ai giorni nostri in tema spirituale e talvolta, secondo me, anche un po' "abusati". 
Siccome le parole per me sono importanti, in quanto veicolano un senso, un significato e un'energia specifica, penso sia giusto chiarificarle e contestualizzarle con quanta più onestà - intellettuale e non - possibile. 
Non sono uno studioso accademico, né un pozzo di sapienza e conoscenza, né ho la verità in mano. Nel mio piccolo, provo a dare il mio contributo.

Ho passato anni cercando di capirci qualcosa, e poi a mettere in pratica quello che pensavo di aver capito. Se avete letto il post "La mia storia", poco sotto, già lo sapete. 
Lungo l'arco di questo processo, in un primo momento definire con precisione cosa indicassero queste misteriose parole mi risultò un poco ostico. Progressivamente, dopo un lungo lavoro di comparazione dei testi e di studio, ascoltando il mio sentire e l'intuizione, divenne tutto un po' più chiaro e giunsi alla mia personale decodificazione e comprensione.
Va detto e rimane che andiamo a trattare uno dei più grandi misteri dell'umanità, in senso spirituale. Il mio approccio è in questo senso assolutamente rispettoso e consapevole, nonché passabile di errore. 

 
Sulla parola "Illuminazione". 
Io ho sempre pensato che fosse il massimo risultato a livello spirituale raggiungibile sulla Terra, una parola da usare solo nel caso di un Vero Maestro, di quelli che hanno trasceso completamente le leggi della Terra per come noi le intendiamo. 
Si e no.
- No, perchè questa parola è usata in ambiti differenti, in contesti diversi, da tradizioni e scuole diverse. Ci sono diversi tipi di Illuminazione, diversi livelli e diversi tipi di conseguimenti, o realizzazioni. 
C'è il serio rischio di perdersi, e di non capirci più nulla. Chiedersi "si, ma io come faccio ad arrivare lì" e "che cos'è questo 'lì' " è assolutamente normale, soprattutto se vi interessate di diverse tradizioni spirituali. Non ce n'è una che sia uguale all'altra, anche se tutte parlano della stessa cosa.
Questo ci fa capire che l'illuminazione non è una, ma sono tante. Prima di tutto.

- Si, nel senso che nell'ambito delle due tradizioni con cui io ho personalmente ho avuto più affinità negli ultimi anni - Advaita Vedanta e Buddhismo Vajrayana - questa parola denota esattamente il massimo raggiungimento umano a livello spirituale, in particolare nella seconda.
Su questa pagina trovate un articolo di Giuseppe Baroetto, studioso e curatore di diversi importantissimi testi della linea tibetana, che spiega un po' come stanno le cose mettendo anche in discussione le argomentazioni usate da diversi insegnanti della corrente Non Duale dei giorni nostri.

Intendiamoci, a me piacciono Gangaji, Avasa, e tutti gli altri insegnanti moderni (anche se alcuni non li conosco) che vengono citati nel film documentario del quale viene fatta la recensione. E' molto utile e ispirante, spesso, quello che traspare dalle loro parole. Ma non è tutto qua. Questo è il punto che andremo a considerare.
Tutti questi maestri sono arrivati a un conseguimento importante, cioè la disidentificazione stabile dall'io personale, ma NON all'illuminazione come viene intesa dalle tradizioni spirituali più importanti e avanzate al mondo.

Per essere molto chiari, io penso che il buddhismo vajrayana (o tibetano) sia la tradizione che riassume tutta la scienza dello spirito e la porta al suo massimo compimento.
Il problema è che non è per tutti, sebbene comunque in molti la seguano.
Con lo sdoganamento dello Dzogchen (anche se non completo) e delle linee di Mahamudra degli ultimi anni, con molti maestri tibetani che vengono a insegnare in occidente, corsi, libri e quant'altro, abbiamo a disposizione la summa dell'insegnamento più elevato del buddhismo. Ma non è automatico che lo si riesca a far proprio.

Bisogna partire da dove si è, come mi piace dire. E capire anche cosa ci può essere utile, in questo momento.
Nella mia pagina, L'Unico Punto su facebook, cerco di fare un distillato di tutta questa conoscenza della varie tradizioni, operandone una sintesi che possa indicare il più possibile i punti da scardinare per trovare e riconoscere Chi Siamo. Cerco di portare delle chiavi di comprensione, che possano far aprire quell'unica porta che merita davvero tutta la nostra attenzione.
E' la stessa cosa che ho fatto lungo il mio percorso personale, andando a all'essenziale e oltre l'apparente sofisticazione, andando a "spremere" gli insegnamenti, attingendo quello che A ME sentivo serviva in quel momento, quello con cui risuonavo.
Cerco di fare qualcosa di simile, come attitudine, a quello che ha fatto Osho, con i suoi tremila libri su tutti gli argomenti delle più importanti tradizioni che trattano di illuminazione: una sincretizzazione e una sintesi dei punti specifici, che portino efficacemente e in maniera semplice alla corretta comprensione.
Osho allora era illuminato? Si, per come la potrebbe intendere una buona dozzina di tradizioni spirituali. Se vado però a chiedere a un maestro tibetano, probabilmente mi dirà che quella realizzata da Osho non è l'illuminazione finale.

I maestri tibetani, avevano (e hanno ancora presumo) uno strano modo per proclamare qualcuno illuminato: doveva dimostrare di essere in possesso dei segni della sua illuminazione e manifestare le siddhi (poteri spirituali o capacità paranormali) che dimostravano che era in possesso di tutte le sue facoltà latenti e al di là della materia.
Nei casi più eclatanti - avviene anche oggi se andate a cercare - certuni hanno realizzato il "corpo di arcobaleno", cioè il conseguimento massimo raggiungibile per un'anima sulla Terra. Questo tipo di realizzazione si classifica in 4 o 5 stadi: ai primi, il cadavere dell'interessato dopo la morte fisica si rimpicciolisce fino a diventare di poche decine di centimetri; questo è uno dei segni di una grande anima che si è illuminata.
Nel corpo di arcobaleno al suo stadio più elevato - quelli che ci sono arrivati nella storia documentata si contano sulle dita di una mano - il maestro può smaterializzarsi e può operare quella che si chiama "ascensione al cielo" con un corpo fisico. A qualcuno di voi sicuramente ricorderà gli insegnamenti dei Maestri Ascesi.
Questo per la tradizione tibetana.

Poi abbiamo i maestri di oggi, nella corrente Advaita o Non-dualità (in occidente), che hanno senza dubbio, secondo me, la comprensione di cui parlano. Ma che, a conti fatti, non sono ancora giunti alla realizzazione suprema così come decodificata dai grandi maestri della storia: Ramana Maharshi, Papaji e Nisargadatta, parlando solo di quelli recenti. L'articolo citato sopra parla un po' anche di questo.
Questa realizzazione non coincide con quella del buddhismo tibetano. Non ci sono corpi di arcobaleno nell'Advaita, tranne che per un'unica testimonianza del 1800 in India che ora dovrei andare a ripescare. Ma al di là di questo, sono due tipi di realizzazioni che sono e rimangono diverse.

Nell'Advaita, una volta trovato e stabilizzato l'Atman (cioè la Sorgente dell'Io), attraverso un metodo come ad esempio l'autoindagine (atma vichara), si ha la consumazione e il riassorbimento delle impressioni latenti (vasana), fino a che non si giunge allo stadio finale, dove dell'ego non rimane più alcuna traccia. A quel punto si parla di "Liberazione", o di "liberazione in vita" (jivanmuktiviveka).
Vi sono vari tipi di samadhi (l'unione del meditante con l'oggetto della meditazione, che è il Sè in questo caso) che si possono manifestare nell'aspirante, che riassunti dagli insegnamenti di Ramana Maharshi sono:


1) Sahaja nirvikalpa samadhi.
Questo è lo stato del 'jnani' (pronuncia: "jani"; colui che possiede la conoscenza dell'Assoluto, NdR) che ha definitivamente e irrevocabilmente eliminato il suo ego. 'Sahaja' significa “naturale” e 'nirvikalpa' significa “nessuna differenza”. Un jnani in questo stato è in grado di agire naturalmente nel mondo, proprio come fa qualunque ordinaria persona. Sapendo di essere il Sé, il 'sahaja jnani' non vede differenze fra sé e gli altri e nessuna differenza fra se stesso e il mondo. Per una tale persona, ogni cosa è una manifestazione dell'invisibile Sé.

2) Kevala nirvikalpa samadhi.
Questo è lo stato che precede la realizzazione del Sé. In questo stato c'è una consapevolezza del Sé temporanea, ma priva di sforzo; però l'ego non è stato eliminato definitivamente. E' caratterizzato da un'assenza di coscienza corporea. Sebbene in questo stato si abbia una temporanea consapevolezza del Sé, non si è in grado di percepire le informazioni sensoriali o di funzionare nel mondo. Quando la coscienza corporea torna, l'ego riappare.

3) Savikalpa samadhi.
In questo stato particolare, la consapevolezza del Sé viene mantenuta dallo sforzo costante. La continuità del samadhi dipende totalmente dallo sforzo compiuto per mantenerlo. Quando l'attenzione sul Sé vacilla, la consapevolezza del Sé viene a essere oscurata. 


(Per approfondire e avere una visione d'insieme vedi anche Che cos'è la Liberazione?)


Altri danno una classificazione differente, usando solo i termini "nirvikalpa" e "sahaja" come distinti.
Va da sè che se non si è in assorbimento nel Sè, non c'è nessun samadhi e nessuna liberazione, in quanto questi ultimi sono intimamente correlati.
L'unione con tutte le cose, tra soggetto e oggetto, è l'aspirazione più profonda dell'essere umano e prende anche il nome di Amore.
Quando si parla dell'aspetto incondizionato di Amore, si parla di questo. Possiamo accomunarlo al samadhi. 


Tale tipo di comprensione, fusione e consapevolezza si può situare nell'ambito del cammino dei dieci bhumi del bodhisattva nel Buddhismo Mahayana, cioè le "terre" o gli "stadi" che egli o ella deve attraversare nel suo percorso spirituale per divenire un buddha perfetto.

Sebbene si parli di realizzazione, livelli e quant'altro, che idealmente rappresenterebbero un obbiettivo di miglioramento o qualcosa su cui dover lavorare, in realtà non c'è niente di tutto ciò. Non nella forma che comunemente pensiamo. 
Tutte le vie sono "negative", nel senso che si tratta di togliere, più che di aggiungere. Lasciar andare sempre più strati di tensioni, pesantezze, credenze, pensieri ed emozioni; abbandonare e abbandonarsi, per arrivare a sprofondare direttamente nel Cuore, che è là dove dimora il Sè. 
Raggiungere il samadhi, significa morire a quello che si è o che si pensa di essere; per questo motivo non va proprio a genio, istintivamente, alla maggior parte delle persone. Superato questo scoglio più e più volte, si arriverà certamente a qualche risultato, se si persevera. Quello che si scopre infine sono una bellezza, una gioia e una pace mai provate, al di là di quello che può offrire il mondo intero.

Personalmente, parlo di "fine della ricerca", "realizzazione" o "risveglio", intendendo il riconoscimento del Sè e il distacco dall'ego. Quest'ultimo rimane inizialmente, sebbene in una forma completamente diversa e dilatata, dovuta al radicale cambiamento di prospettiva e punto di vista. La via e la vita però continuano, anche se non si tratta di un vero e proprio "andare avanti". N
on c'è più un andare verso o un realizzare, ma piuttosto un "approfondire".  Gli insegnanti e i maestri di oggi, indicano e si fanno portavoce proprio di questo conseguimento, che è forse il più importante verso l'illuminazione finale. Solo che in molti, in qualche modo, pensano che la cosa finisca lì, e questa convinzione pone un limite là dove non ci dovrebbe essere.

Per concludere, a mio parere, il Risveglio non coincide con l'Illuminazione, ma può essere definito uno stadio di Illuminazione. Sebbene questo termine vari da contesto a contesto, come già ampiamente spiegato lungo tutto l'arco del discorso, per quanto mi riguarda se ne può parlare solo in casi che rimangono rari.
Non che il Risveglio sia (ancora) così popolare. Sono in pochi a conseguirlo, ma aumenteranno in numero col passare del tempo, molto probabilmente.
Alla fine di tutto questo discorso molto tecnico, tenete comunque presente che tutto questo è alla portata di tutti quelli che ne riconoscono il senso e l'importanza per sè stessi e la propria vita, che lo sentono profondamente: si tratta solo di crederci e volerlo.
E semplificare, il più possibile. Questo anche per tagliare fuori un la mente ordinaria, che non serve allo scopo, se non in qualità di agente discriminante. 
Non c'è niente di difficile, si tratta soltanto di rischiare ad andare a una certa profondità, là dove quasi nessuno si spinge, per trovare il vero tesoro della saggezza nascosta, nel santuario del Cuore. 

Vi saluto con la versione "cosmica" della comprensione del processo di illuminazione. La citazione appartiene a un Maestro di quinta dimensione che ha già trasceso completamente la materia, molto tempo fa:

"La perfezione è uno stato dell'essere che si espande all'infinito. 
Non importa che grado di perfezione si raggiunga: c'è sempre un maggiore livello di apertura e di espansione.
Questo è ciò che rende magico il processo di illuminazione".
(Ahnahmar)
- Dai libri di Telos, di Aurelia Louise Jones







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Aggiornamento del 6 novembre:



Ho trovato questo articolo molto interessante, un dialogo tra Andrew Cohen e Ken wilber che espande ulteriormente il concetto e l'esperienza dell'Illuminazione. 

Lo trovate qui: 




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Qui potete trovare un articolo dove Adyashanti racconta la sua esperienza del Risveglio, suddividendola in tre diversi stadi. Una modalità insolita e atipica rispetto ai testi tradizionali, che può però gettare luce sui diversi risvolti e sull'esperienza diretta dello stato risvegliato.

   

venerdì 9 ottobre 2015

I discorsi del vecchio Cheng

Ho pubblicato questo testo perchè lo amo molto, da sempre, e sul web non si trova, o quasi nessuno ne parla.
E' un grande insegnamento che dice tutto, anche se con toni apparentemente "bruschi"... Ma per destarsi dal sonno, a volte la sveglia deve fare molto rumore :)
Spero vi piaccia e vi possa ispirare!
Buona lettura.

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LE PAROLE DEL VECCHIO CHENG

traduzione di ALIBERTH MENG





"Vedere la Mente Originale, è vedere che i pensieri siano presenti o meno, che si sia immobili o attivi, che si stia parlando o si stia in silenzio, che noi si sia un imperatore o un monaco, oppure senza famiglia né casa.

Ogni uomo è illuminato dalla Mente Originaria. Alcuni la vedono e molti altri la ignorano. Questa è la sola differenza tra essi.
Essere testimoni della Mente Originale, questo è l'unico valore della vostra esistenza. Se solo rimuovete il minimo, ricadrete subito nel caos e nel vortice senza fine di cause ed effetti".

* * *

Il Vecchio Cheng ha detto:
"Io, il Vecchio Cheng, non intervengo per mantenere, modificare o cambiare il corso degli eventi seguendo i desideri della mente individuale. Voi assicuratevi che non ci sia alcun sospetto, nessuna ribellione, ma solo l'atto richiesto. Se mi comporto con voi in un modo diverso, è perchè voi possiate, alla fine, vedere direttamente da voi stessi la mente originale, anziché cercarla costantemente per tramite di uomini morti o correndo dietro delle persone senza cervello come me.
Il mio metodo è, in effetti, quello di scuotervi come arbusti nel vento di montagna. Così, io rompo tutti i vostri sostegni, e voi siete lì, inermi, con nulla più su cui afferrarvi. Ma, dopo che io vi ho tolto tutto quello su cui potete aggrapparvi, così che siete pieni di paura, voi, per rassicurarvi, dite che io sto peccando contro la legge e le convenzioni, e che sono solo un vile bestemmiatore. Quindi, state aggrappandovi ancor più disperatamente alle apparenze e alle convenzioni, piuttosto che far sì che esse vi abbandonino da sole, cercando così di non trattenerle.

Poiché le mie parole non trovano eco in voi, io vi prendo in giro e vi dico che esse provengono da un uomo grande e famoso che è morto da secoli. Ma voi ancora non capite che esse vi riguardano direttamente ed immediatamente. Al contrario, voi le considerate come qualcosa di prezioso, buone da conservare e da coltivare. Teste rasate, attaccandovi a queste scempiaggini, state solo rovinando la vostra vita, e vi fate sfuggire l’evidenza della Mente Originale in voi. Che sventura per voi…"


* * *

"Stupidi, la Mente Originale non appare quando vi svegliate al mattino dopo il sonno e non scompare quando tornate a dormire nel sonno. La Mente Originale non è nulla ed è totalmente indipendente da ciò che cambia e muore.
Se la Mente Originale fosse davvero il vostro solo interesse, vedreste tutto quello che si deteriora e muore allo stesso modo in cui si percepiscono i movimenti che i ballerini imprimono ai loro stendardi, e vi decidereste a cercare costantemente ciò che, in voi, non si modifica, né muore, e una volta che l’avete trovato, non uno dei mille mondi potrebbe mai distrarvi, nemmeno per l’istante di un lampo nei vostri pensieri, né vi allontanereste in minima misura dal (conoscere) le vostre azioni.
Voi credete di poter aspirare alla Mente Originale ma, in realtà, voi state cercando nient’altro che la soddisfazione di uno stato di conoscenza o di merito. Così, o stolti, siete completamente affascinati da tutto ciò che, in voi e fuori di voi, non è affatto costante e quindi muore.
Ecco perché le parole del Vecchio Cheng vi oltrepassano senza lasciare traccia, come gli uccelli che non lasciano traccia nel cielo.
Teste rasate, tutto quello che voi pensate e dite sulla Mente Originale non è che l'errore e l’erranza della vostra gracile mente. A ciò che la natura vi offre spontaneamente, voi non rispondete che dopo aver interpretato tutto ciò che avete messo su un piedistallo aldisopra delle vostre teste.
Zucconi, essendo voi artificiali come i Draghi di cartone costruiti per le feste, come osate sperare di saper vedere la Mente Originale nella sua spontaneità?"


* * *

"Nella mia giovinezza, ho percorso interi paesi dandomi allo studio e alla pratica. Mi sono unito a quelli che non avevano compreso e che, immaginandosi di aver trovato la luce, non facevano nient’altro che portare anche gli altri a smarrirsi. Poi ho incontrato colui che mi ha permesso di vedere tutto il fango che mi portavo dietro. La via della verità mi è apparsa, e la Mente Originale è diventato il mio unico interesse. E, improvvisamente, un giorno tutto è sprofondato nella coscienza.
Io, il Vecchio Cheng, non imito né gli uni né l’altro. Non ho la fede, non sono un scuola di pensiero, non sono un discepolo di nessuno. Nella mia vera natura, non so nulla, non possiedo nulla, non sono nulla... perché non c’è che il vecchio Cheng! Normalmente, le cose di cui mi interesso semplicemente accadono, si estinguono da sole. La stessa mente originaria non mi riguarda più di tanto. Le parole che io dico non provengono da ciò che è appreso.

Zucche pelate, io non vi ho nascosto niente. Quali benefici ne avete ottenuto? Nient'altro che sciocchezze!"

Il vecchio Cheng uscì dalla sala…


* * *

Il vecchio Cheng disse…
"La Mente Originale è sempre stata lì davanti ai vostri occhi. Non avete bisogno di imparare qualcosa per vederla, perché non vi è mai mancato nulla per questo. Se voi non riuscite a vederla, è a causa del vostro incessante chiacchiericcio in voi stessi e con gli altri. Voi passate il vostro tempo in ipotesi, confrontando, facendo calcoli, sviluppando, spiegando, giustificando ed esprimendo ciò che le vostre menti insulse hanno trattenuto, pensando di aver capito le Scritture e le parole di stolti vecchi come me, dando la preferenza alle parole di coloro a cui, dopo la loro morte, è stata data l'autorità che li pone aldilà di ogni dubbio. In queste circostanze, come potete aspettarvi di vedere la mente originale nella sua immediatezza?
Idioti, poiché voi siete agitati come un branco di scimmie e trascorrete il vostro tempo in chiacchiere vane, la vostra esistenza scorre come un’acqua torbida e fangosa. Non c’è nessun sbocco per voi".

* * *

"Dire che la mente originale non è un puro ‘vuoto’, senza vera esistenza, non sono che mere parole. Riflettere sulla mente originale è il vostro veleno. Abbandonare questa idea e pensare alla mancanza di questo pensiero è il vostro veleno. Teste vuote, voi cercate sempre con il vostro pensiero, e non fate altro che fare pensieri. Pensare che la mente originale possa essere vista per mezzo del pensiero è la vostra sconfitta.
Bruciare incenso, recitare i sutra, sprecare il tempo stando prostrati a terra o concentrati per restare perfettamente calmi, correggere o eliminare il pensiero, è proprio lì che ci si perde. Stolti! Intervenite sempre e non fate altro che agire solo in questo modo. Sperare di vedere la mente originale in mezzo all’azione, questa è la vostra illusione.
Venerare il Buddha è un male (dell’attaccamento). Rifiutare il Buddha è un male (dell’empietà). Idioti, voi desiderate assolutamente esprimere sempre le emozioni e non fate che produrre le sensazioni. Credere che si possa vedere la mente originaria nel mezzo delle sensazioni, ecco il vostro errore.
Stolti idioti, siete convinti che arriverete a vedere la mente originale in questo modo. Ma siete voi, e solo voi, che alla fine troverete... mai, avete capito, mai la mente originaria può essere trovata in questo modo. Voi non arriverete mai a sentire le mie parole, perché desiderate restare sordi, e non sarete in grado di vedere la mente originaria, perché volete rimanere ciechi. Non c'è proprio speranza per voi".


* * *

"Quando considerate i pensieri degli altri come qualcosa di prezioso e sacro, e li imparate, li recitate e li trascrivete con grande attenzione e venerazione al fine di trasmetterli come un gran segreto, è ciò che io chiamo ‘essere incatenati nei pensieri’.
Quando voi coltivate i pensieri della vostra gracile mente, considerandoli come un qualcosa di raro, che merita di essere preservato, e dando libero sfogo ad una sconcia irritabilità se non sono rispettati o se un minimo errore è fatto nel ripeterli, io questo lo chiamo ‘essere incatenati dai pensieri’.
Quando i pensieri degli altri ed i vostri vi appaiono come le onde del mare che vanno e vengono, senza che nessuno di essi sia migliore o peggiore degli altri, e senza che nessuno di essi vi colpisca, ma voi vi aggrappate al solo pensiero di aver raggiunto uno stato di perfetta calma, ciò io lo chiamo ‘divagare nei i pensieri’.
Quando più alcun pensiero attirerà la vostra attenzione, perché siete interessati alla mente originale, e sorge l’idea che non c'è nulla da conservare e nulla da ottenere con il pensiero, è ciò che io chiamo ‘essere sulla soglia della mente originale’.
Essere nel non-tempo, non-luogo, non-forma, non-movimento e non-pensiero, e conoscere ciò che è percepito in assenza di qualsiasi percezione, è ciò che io chiamo ‘vedere la mente originaria’.
Quando avrete studiato tutte le scritture, e tutti i trattati di ogni patriarca, quando avrete incontrato tutti i risvegliati e avrete padronanza di tutte le pratiche e le forze misteriose, se non vedete la mente originaria, pur se siete diventati sommi nella spiritualità, nella santità e nella conoscenza, o stolti, la vostra vita sarà niente più che un banale passatempo".


* * *

"Per quanto riguarda le parole scritte su questo rotolo, che sto per leggere:
- Se vi dico che provengono dal Buddha, voi le considerereste come sacre, e sareste pieni di riverenza e timore;
- Se vi dico che provengono da Bodhidharma o da un gran patriarca, voi sareste pieni di ammirazione e rispetto;
- Se vi dico che provengono da un monaco sconosciuto, non sapreste cosa pensare, e sareste pieni di dubbi;
- Se vi dico che provengono da un monaco che stava nelle cucine, voi scoppiereste dal ridere, pensando che vi sto prendendo in giro.
Così, ciò che conta per voi NON è la verità portata da queste parole, ma solo l’importanza da dar loro secondo la reputazione di colui di cui si è detto che provengano. Siete incapaci di vedere da voi stessi in persona, ma siete capaci solo di sentire ciò che pensate che si debba sentire, e di pensare secondo l'opinione di coloro che avete messo su un piedistallo; vi ponete sempre sopra le cose, confondendole e falsificandole. Per questo siete incapaci di vedere la mente originale senza riferirvi ad una cosa o ad un’altra. Sciocchi, non siete altro che impostori e truffatori. Il vostro caso è senza speranza".
E il vecchio Cheng uscì dalla stanza.


* * *

Il vecchio Cheng così parlò:

"Voi avrete sentito dire che, per vedere la mente originale, la vostra mente ordinaria deve essere vuota. Perciò, vi sedete giù, rigidi come una canna di bambù, fissando il muro, con la lingua contro il palato, cercando di fermare i vostri pensieri. Allora arrivate ad una assenza di pensieri che prendete per la vacuità della mente originale. L’attimo dopo, l'agitazione della vostra mente insignificante si riavvia, come avviene quando si esce dal sonno. Nell’assenza di pensieri, qual è il vantaggio? E se voi venite colpiti da un lampo di luce, vi pavoneggiate come un puledro, dicendo a destra e a manca che avete visto la mente originale, che avete sperimentato qualcosa di straordinario, e che perciò siete stati molto privilegiati. Che vantaggio c'è ad essere colpiti come da un fulmine? Tutto questo non è che una bella ‘performance’, abbastanza valida solo per un circo. Teste rasate, se voi insistete nella vostra manìa e nella pretesa di voler ottenere e possedere una qualche cosa, la vostra causa è persa".


* * *

"Vedere lo mente originale è vedere che i pensieri siano presenti o no, che si è immobili o attivi, che si stia parlando come faccio io con voi o che si resti in silenzio, che si è un imperatore, un monaco, o un vagabondo. Quale valore c’è in tutto ciò?

Tra il Buddha e il ruvido monaco analfabeta che non può fare altro che tagliare la legna, ma che però vede la mente originaria, che differenza c'è? Non c’è una qualche specifica mente originale in Bodhidharma e un’altra specifica mente originaria nel vecchio Cheng, o in ciascuno di voi. Dovete sapere che la mente originaria è la mente originale. Niente altro si può dire, e anche questo è dire troppo.
Ciò che gli altri hanno detto circa la mente originaria e ciò che ne dico io, per voi non può essere di alcuna utilità, se non per esortarvi a vederla direttamente da voi stessi, senza ricorrere ad alcuna autorità, e senza trucchi. Tutto il resto non serve che a confondere la vostra visione e vi allontana dal solo problema che dovrebbe convivere insieme a voi, ovunque siate e qualunque cosa possiate fare: meditando, spazzando il cortile o soddisfacendo le vostre esigenze. Ma quando vedo ciò che voi fate delle parole dei patriarchi e delle mie, sarebbe stato meglio che i patriarchi fossero stati annegati al momento della nascita, ed io con loro. Idioti, voi avete contratto una malattia mortale".


* * *

Crani rasati, tutti voi e il mondo non siete nient’altro che i pensieri della mente individuale, poiché sia voi che il mondo entrambi scompaiono quando il sonno vi prende. Questo è vero anche per tutte le vecchie nozioni sbrindellate della vostra stupida mente che riguardano il Buddha, la Via e la mente originaria.
Una volta per tutte, comprendete l'inutilità dei vostri sforzi per penetrare l'impenetrabile tramite il pensiero e l’azione: è come se voleste tentare di catturare il vento. Ma se siete svincolati, pienamente disponibili alla mente originale, voi sarete direttamente scelti da essa.
Avendo sentito parlare del vuoto come la realizzazione suprema, voi cercate di raggiungerlo. E così cadete nel torpore e nell'insensibilità, che voi prendete per la ‘vacuità’ della mente originale.
Avendo sentito parlare dell'Assoluto come lo stato ultimo, voi immaginate che tutte le cose sono uguali e che non c’è nulla che meriti rispetto. Voi così cadete nel disinteresse e nell'anarchia che poi prendete per l'unità della mente originale.
Avendo sentito parlare della purezza come la completa felicità, lottate per ottenerla. E così cadete in un atteggiamento di intransigente rigidità che voi prendete per la trasparenza della mente originale.
Avendo sentito parlare del distacco come l'unica libertà, voi cercate di separarvi dal mondo e da voi-stessi. E così cadete nell'indifferenza, che prendete per l'indipendenza della mente originale.
Teste calve, è la mente originale che è considerata come vacuità, unità, trasparenza e indipendenza, e l’elemento della ruota dell'esistenza che voi siete non potrà mai avere nessuna di queste facoltà. Ma, se aveste visto la mente originale, voi sapreste che è essa la vostra vera natura, senza alcuna qualifica possibile, e che in realtà nessun nome può essere dato ad essa. Poi, sapreste anche che ciò che noi chiamiamo vacuità, assoluto, purezza, distacco, ed anche ‘mente originale’, non sono niente altro che parole, che esistono soltanto dal vostro punto di vista, e proprio a causa della vostra cecità e della vostra ignoranza. Stolti, il vostro desiderio di simulare lo mente originaria segna la vostra fine.


* * *

"Per il fatto che siete diventati monaci, seguaci del Dharma del Buddha, e discepoli di un rinomato maestro, voi pensate di essere diversi dagli uomini mondani che voi considerate con condiscendenza. Siete così tanto ignoranti della mente originale come lo può essere solo l'erba dei campi".


* * *

"Voi siete molto preoccupati di sapere chi io sia, da quale ceppo parentale io provenga, di chi erano i miei maestri, da dove vengo, di quello che credo, e di molte altre cose tutte prive di vero interesse. Alcuni credono che se il maestro di questa dimora mi ha chiesto di parlarvi, io non posso essere altro che un risvegliato, ed altri, al contrario, pensano di aver davanti solo un vecchio pazzo scandaloso e insolente che dovrebbe essere buttato fuori perché non ha rispetto per i testi ed i saggi del passato, riveriti dalla tradizione, né per le parole e gli esseri del presente, esaltati per la loro gloria e la fama. Così, voi tenete solo allo sviluppo e all'apparenza delle cose e, per questo, non sarete mai in grado di percepire il vero uomo al vostro interno. Idioti, mettete del fango sui vostri occhi e poi vi lamentate di non riuscire a vedere".
Ed il vecchio Cheng se ne andò gesticolando molto.


Il vecchio Cheng tornò il giorno seguente e così parlò:
“Teste rasate, abbandonandovi completamente alla volontà ed ai capricci di un altro, che voi adorate al punto di fidarvi di lui in tutto, voi immaginate che il vostro atteggiamento è giusto, e che siete così, senza preoccupazioni e senza desiderio. In realtà, voi state solo comportandovi come scimmie molto giovani che non lasciano la mamma nemmeno per un attimo, disperatamente aggrappate a essa, per quanto sono impaurite. E, con il tempo, diventate come quegli alberi secchi che in inverno somigliano agli altri alberi, ma quando arriva la primavera e l'estate, non hanno foglie e non danno più frutti. In tale passività, come potete sperare di vedere la mente originaria? Teste liscie, voi siete già morti".


* * *

"Ogni essere umano è illuminato dalla mente originaria. Alcuni la vedono, altri la ignorano, questa è l'unica differenza tra di loro. Quanto a voi, teste rasate, siete come un uomo ubriaco che, all’esterno di un recinto, si appoggia a dei bastoni di bambù, gridando che è stato rinchiuso, che è innocente e implorando che lo si liberi…
Asini, nessun’altro che voi stessi vi tiene prigionieri. Che disastro siete!"


* * *

"Incapaci di vedere la mente originaria e, pertanto, di vivere da voi stessi, voi nascondete la vostra insignificanza rivestendo le spoglie altrui, che siano vivi o morti. Voi accumulate una serie di punti di vista e coltivate le sfumature, le differenze e le somiglianze. Così, vi pavoneggiate. Poiché abbagliate gli sciocchi con i vostri trucchi, vi considerate esseri illuminati.
Pezzi di…, non siete altro che palloni gonfiati e giocolieri di poco valore. Siete andati fuori strada per colpa vostra. La vostra malattia è incurabile.
Voi non avete bisogno di nessuno per poter vedere la luce del sole. Qualunque cosa gli altri possano dire al riguardo non vi serve a niente. Voi siete già nella luce. Essa scalda il vostro corpo, eppure non potete afferrarla e metterla in una scatola. Tutti i tentativi di possederla sono destinati al fallimento in anticipo. Non potete catturarla né liberarvi di essa. E’ già stato detto da questo vecchio chiacchierone e da altri prima di lui.
E' lo stesso per la mente originaria. Essa è sempre presente, luminosa come la luce del sole. Non la potete afferrare né potete disfarvene. Idioti, se non potete vederla, è a causa della spazzatura con cui avete riempito le vostre teste. Non potete vederla, perché siete totalmente presi dai vostri sforzi di volerla rinchiudere nei vostri pensieri, nei vostri culti e pratiche. Voi immaginate che stia lontano, ed essa è qui. Volete afferrarla, ed essa vi sfugge.
Se voi foste più semplici, non avreste bisogno che di aprire gli occhi per vederla, proprio come vedete la luce del sole. Non c'è bisogno di intervenire. Chi ha un granello di sabbia ha visto ogni granello di sabbia su qualsiasi spiaggia, e su ogni fondale marino del mondo. Se voi vedete la mente originaria, allora vedrete la mente originale nella sua interezza, e così siete Buddha.
Io sto qui davanti a voi, come un pezzo di legno che risuona. Non c'è nulla di degno o di importante in questo, perché essa non è mai venuta meno, né mai mancherà, fino all'ultimo uomo, di essere tale per risuonare allo stesso modo come il vecchio Cheng.
Però, ingenui, è una vostra sfortuna di essere sempre preoccupati solo per le apparenze e che qui voi vedete solo un blocco di legno risonante. Così, la mente originale in voi non trova quell'eco che vi farebbe improvvisamente realizzare che voi siete quella, e non siete mai stati differenti da quella".
E il vecchio Cheng si ritirò….

La sera seguente, il vecchio Cheng entrò e disse:
“Crani tosati, considerate come impostori tutti i patriarchi e tutti i chiacchieroni come me, poiché vi parlano di ciò che non possono né mostrarvi, né darvi. L'unico utilizzo che, forse, può esser dato loro è che essi ci dicono che ogni essere ha la natura di Buddha. Ma tocca a ciascuno di voi di cercarla da voi stessi, senza essere distratti da nulla, in modo da poterla vedere in un grande lampo di realtà. Zucconi, se lasciate che le parole e i giochi di prestigio dei patriarchi vi seducano, allora siete persi.
Stupidi, sperando di vedere la mente originale, avete accumulato un sacco di conoscenze all'interno delle vostre piccole menti, proprio come è accumulato e conservato il riso. Così facendo, non avete fatto altro che dissimulare la vostra ignoranza grazie ai termini appresi, tanto per discutere di giusto e sbagliato, di bene e male, di eterno ed effimero, del cielo e della terra, di tutti gli elementi sottili e grossolani che costituiscono l'uomo, della fondatezza dei meriti di vari sentieri e pratiche, del grado di illuminazione di tizio o caio, e di un gran numero di cose inutili, mostrando tutta la vostra incapacità di trovare il giusto atteggiamento. Stolti, il vostro vizio risiede nella vostra arrogante pretesa di voler misurare l'incommensurabile.
Se tra di voi vi sono quelli che, mentre mi ascoltano, sono colpiti da qualcosa di più grande e più profondo delle mie parole, e non da quella sorta di torpore beato, in cui tanti tra di voi si deliziano, immaginando così che essi sono tutt'uno con la mente originaria, ma che la vedono come una luce semplice, chiara e attiva, a costoro quindi io posso solo indicare loro la giusta direzione e mostrare loro la Via. Un giorno il loro guscio si romperà, cadrà all’improvviso, ed essi vedranno la raggiante bellezza del gioiello della mente originale.
In questo fatto, io non intervengo personalmente. Non sono che un passaggio per la mente originale, la cui presenza può essere avvertita da alcuni attraverso me, il vecchio Cheng, che però per gli altri sono come il guscio che ricopre un pietra preziosa. Ma allorché io vengo interrogato circa la mente originale, non posso che restare in silenzio, o rispondere negativamente. Quanto a colui che vede la mente originaria, egli non ha bisogno del vecchio Cheng".


* * *

"Se foste veri uomini, i vostri pensieri e le azioni sarebbero giusti, e di volta in volta vi adeguereste al loro scopo o finalità. Ma poiché siete incapaci di vedere la vostra natura di Buddha, coprite la vostra ignoranza copiando i pensieri, i comportamenti e gli atti di coloro che voi avete messo sul piedistallo. La vostra preoccupazione, imitando come scimmie ciò che gli altri pensano e fanno, è la nebbia che vi impedisce di vedere la mente originale. Asini, siete solo dei ladri e briganti. Senza alcuna speranza.
Teste calve, la vostra natura fondamentale non è affatto diversa da quella del Buddha. Non vi manca che la conoscenza di ciò, e senza ambiguità, solo di quello. Solo questo è ciò di cui avete bisogno e vi incoraggio a cercare di diventare ciò che non avete mai cessato di essere. Essere chiari nella mente originale è l'unico significato della vostra esistenza. E se soltanto ve ne allontanate un pò, cadrete immediatamente nell’errore e nel vortice infinito di causa ed effetto. Solo questo, è ciò che il vecchio Cheng insegna".
...e il vecchio Cheng uscì dalla stanza.


Il vecchio Cheng dichiarò:
“Crani pelati, il pensiero della mente originale non è che il riflesso di questa mente nel particolare, così come l'immagine della luna che è vista nell’acqua di uno stagno è un riflesso della luna stessa. La mente originale è sempre presente, immutata e non influenzata da quel tumulto dei vostri pensieri e atti, proprio come la luna rimane invariata ed inalterata, sia che l'acqua dello stagno sia chiara o fangosa, calma o agitata, o che lo stagno sia pieno o vuoto. In questi precisi casi, è solo l'immagine della luna che viene alterata o che è assente. Non c'e la vera luna nello stagno.
Teste calve, dovreste capire che con tutte le vostre invenzioni per ottenere la purezza, per acquisire il distacco e la libertà, smettendo di pensare ogni tre ore, e tutte le altre pratiche in cui vi esercitate in vista di catturare la mente originale, siete presi dalla vostra propria mente come un pesce nella rete, voi agite così stupidamente come se, per vedere direttamente la luna, puliste l'acqua nello stagno, ritirando le piante che la ricoprono, e costruendo una recinzione di bambù, in modo che il vento non disturbi la superficie dell'acqua, o svuotando lo stagno. Idioti, basterebbe vedere semplicemente che voi non fate altro che incatenarvi ai vostri stessi pensieri e alle vostre patetiche azioni".


* * *

"Asini, è a causa della vostra cecità che il vecchio Cheng vi parla della mente originaria e della mente individuale, come se ci si riferisse a due cose differenti. Per il vecchio Cheng, la mente originaria e la mente individuale, l'eterno e l'effimero, la saggezza e l'ignoranza, l’illuminazione e la cecità, nirvana e samsara, come pure i sutra, il sistema di leggi, tutti i corpi di trasformazione e lo stesso Buddha non sono nient’altro che un turbinoso vortice di pensieri, simile ad un mucchio di foglie morte che danno l'impressione di essere vive quando il vento invernale le solleva, ma che il momento successivo sono ancora una volta morte. Teste di legno, la vera natura degli esseri e delle cose non è superiore per coloro che la vedono, né è inferiore, per chi la ignora. Essa rimane inalterata, sia se viene conosciuta o se è sconosciuta, e malgrado tutto ciò che voi le sovraimponete. Voi, teste rasate, siete sempre liberi di andare verso la perdizione tramite le vostre distinzioni, sfumature e sottigliezze. Ecco, vi ho detto tutto".


* * *

"Teste rasate, il Buddha prima cercò la mente originale tramite la mente individuale. Egli scoprì che era una cosa vana. Il Buddha allora cercò la mente originaria tramite discipline e pratiche. Ancora una volta, egli vide che era cosa vana. Sotto l'albero della Bodhi, non aveva ancora trovato la mente originale, ma conobbe che la mente individuale e l'azione non erano in grado di dargli la visione della sua vera natura. Il Buddha allora smise di usare la mente individuale e l’azione, accettò la sua stessa ignoranza e riconobbe la sua impotenza a farla cessare.
Il Buddha allora restò stabile nel ‘non-sapere’ e in attesa, insensibile a qualsiasi cosa, immobile come un pezzo di legno morto, quando, alla vista della stella del mattino, la mente originale si illuminò.

Questa è l'esperienza del Buddha. Questo è l’esempio, e questa è la principale lezione che egli ci ha lasciato.
Ma tutti voi, seguaci del Buddha, cosa avete fatto? Avete preso possesso del Buddha, per fare della sua vita una leggenda sulla quale meravigliarvi, e per fare della sua persona un idolo per la vostra adorazione; voi vi siete riempiti la bocca con le parole del Buddha, per farne una cosa sacra da dover essere costantemente appresa, recitata e trascritta. Riguardo alla vita e le parole del Buddha, avete fondato un certo numero di scuole diverse, avete scritto innumerevoli trattati, e poi non avete mai smesso di straparlare e balbettare. Avete costruito templi ed eretto statue. Avete acceso incensi e fatto bruciare la canfora. Avete bloccato le credenze e stabilito dogmi, regole, discipline e pratiche.
Pezzi di…, siete caduti nella trappola della seduzione verso tutto ciò che il Buddha aveva riconosciuto come un errore che non può che far smarrire la retta via. In questo modo, avete costruito un muro alto come il cielo, ostacolando quella mente originale che voi desiderate ardentemente vedere.
Teste rasate, se persisterete nell’errore delle vostre idee, che totale fallimento sarà la vostra vita!"


* * *

"Ora, teste calve, ascoltatemi con grande attenzione. Io vi rivelerò questo grande segreto della mente originale. E’ la cosa più importante mai detta a tal riguardo... Eccolo: Non vi è alcun segreto circa la mente originale!".


E con una aggraziata piroetta, il Vecchio Cheng scomparve
e da allora nessuno ha mai più sentito parlare di lui.














NOTE

L’Origine: ‘I Discorsi di Master Cheng’ è un manoscritto Zen (Ch'an) di origine ignota, il segreto della realizzazione di sé o illuminazione, noto anche come ‘spirito originario’. Nel 1950, nell’ex Indocina (ora Cambogia), uno studioso Francese ha ricevuto questo testo su un rotolo di pergamena come dono da un monaco buddista. Gli fu detto che esso conteneva qualcosa di speciale scritto in Cinese, e il testo gli fu consegnato più o meno ufficialmente. Non appena ne ebbe l'opportunità, egli lo tradusse in Francese e con sua grande sorpresa apparve questo testo Ch'an sul Vecchio Cheng. Jean Klein, maestro della tradizione Advaita Vedanta, lo pubblicò la prima volta nel 1974. Wolter Keers, che ha introdotto il Vedanta in Olanda, lo dette ad Alexander Smit (1948-1998), il più rinomato maestro spirituale nei Paesi Bassi, nel 1985. Entrambi furono lieti per esso, perché… "Il testo aveva un respiro di libertà, audacia e immediatezza".La prima delle tre pubblicazioni su Master Cheng è una raccolta liberamente riveduta di tre testi: quello francese 'Propos du vieux Tcheng' ('Words from Old Cheng') che apparve nel 1974 (in una rivista a cura di Jean Klein), la traduzione olandese riveduta dal francese da Wolter A. Keers: 'De woorden van de Oude Cheng', pubblicata nel 1985, e il libro ''Het Onmiddellijke Zien' di Alexander Smit, ‘Conversazioni sulle parole del Vecchio Cheng, compilato a cura di Belle Bruins. Il contenuto del libro tratta di Master Cheng che è invitato dall'abate di un monastero Buddista, lontano sulle montagne, per parlare davanti all'intera comunità di monaci. In modo diretto, divertente e appassionato, il Vecchio Cheng punta direttamente alla vera realizzazione della Mente (Esprit) Originale, nota anche come illuminazione. Senza compromessi, egli non risparmia nulla e nessuno. Dopo aver scosso le fondamenta stesse del monastero, egli fa i bagagli, se ne va  e scompare. L’approccio spirituale di Master Cheng è pienamente in linea con la tradizione Advaita-Vedanta di Sri Nisargadatta Maharaj e con la visione Ch’an dei Patriarchi Cinesi.

(tratto dalla versione Inglese: “Sayings of Old Man Tcheng” che si trova ne “The Book of Listening” di Jean Klein -Non-Duality Press, UK, 2008Tradotto in Francese da Jean-Marc Mantel  col titolo “Les Propos du Vieux Tcheng”, p. 47-61 Rivisto da Marion & Veronica - © Non-Duality Press, 2009 - L’Edizione Originale Inglese: ‘Master Tcheng, ‘A Finger Pointing to the Moon in the Sky. Part I: The Open Secret of the Original Spirit’, December 2009. ISBN 9789089320322)

Fonte originale internet: http://www.centronirvana.it/articolichanzen80.htm (link non più attivo)










sabato 3 ottobre 2015

Sat Chit Ananda

Facciamo un po' di chiarezza, per i non addetti ai lavori.

Quello di cui parliamo qui, è il Risveglio, o Realizzazione.

Di cosa? Di ciò che Sei.
Quello che avviene quando questo accade, è che l'io si fonde con il Sè.
Cosa rappresentano e cosa indicano questi termini?

L'io è il pensiero "io", che contiene e produce tutti gli altri. 

E' l'equivalente e il sinonimo di "ego", ed è la causa dell'identificazione con il corpo-mente. 
Qui la parola chiave è "identificazione": noi siamo quello che pensiamo.
Questo predetermina il nostro punto di vista fisso di base e, conseguentemente, tutti i risvolti della nostra vita. 
La Coscienza, che è ovunque ed è Tutto, viene "personalizzata" in un sistema biologico pensante (quello che viene riconosciuto come "io"), e finisce per credere ed essere convinta che questo sia tutto ciò che esiste. Quello siamo noi.

Quello che qui definisco "Sè", è la Sorgente da cui tutto scaturisce. Per definizione, come dicono anche i testi sacri, è assoluto, incondizionato e anteriore - quindi prima - a tutto il resto: al corpo, alla mente e in definitiva al mondo, così come ne facciamo esperienza.

Perchè l'io si fonde nel Sè quando accade il Risveglio?

L'io è una distorsione del Sè, derivato da una mancanza di consapevolezza del proprio Centro, il  Cuore. Da questa sorge quella che si chiama "separazione". Ma da cosa? Proprio da questa stessa Sorgente. 
Gli uomini l'hanno chiamata Dio, e hanno pensato che dovesse stare nei cieli, per quanto era grande la sua creazione, perchè il cielo non si poteva raggiungere, e non era comprensibile. 

L'eterna ricerca dell'uomo è quella di porre fine alla sua sofferenza o, specularmente, di trovare la felicità, che comprende l'amore, la gioia, la pace e tutte quelle qualità belle e desiderabili per cui lottiamo ogni giorno. 
Questa felicità dev'essere durevole, sempre presente. 
Perchè la cerchiamo? Perchè da qualche parte, dentro di noi, sappiamo che è possibile averla, che esiste questa possibilità. 
Tutto questo mondo, esoterico, mistico, spirituale si basa e ha come unico scopo l'ottenimento di questo stato di felicità, che in India chiamano da sempre "Ananda", beatitudine.
Questa beatitudine è uno stato continuo, ed è solo dell'Essere. 
L'essere che contempla sè stesso, fa scaturire questa beatitudine.
Nei Veda, questo stato è definito Sat-Chit-Ananda: 
Essere - Coscienza - Beatitudine.

Perchè insisto sul fatto di rimanere nell'essere, nella sensazione di essere o di "io sono" (che è la stessa cosa), e di starci ogni volta che potete? 

Perchè se lo fate e riuscite a trovare quel punto, assaggerete un po' di questa gioia, e capirete di cosa stiamo parlando. L'effetto collaterale è che difficilmente ne potrete fare a meno, dopo.
La pratica, qualsiasi pratica spirituale, tende verso questo: l'unione con il divino che dimora in noi.

Un consiglio però: non fatevi nessuna aspettativa. Sgombrate il campo da qualsiasi pensiero di ottenimento. 

Non ci potete arrivare perchè voi, in quanto pensiero "io" e tutto ciò che ne consegue, siete l'unico ostacolo esistente alla realizzazione.

Lasciate andare tutto, rilassatevi, e state nella sensazione di essere.  

Un bel giorno rimarrà solo Quello. 
E sarà il giorno in cui troverete la felicità incondizionata.