domenica 8 novembre 2015

La Ricerca di Dio

“Porta la totalità del tuo essere alla sua soglia:


porta solo una parte,

e non avrai portato assolutamente nulla.”

(Hakim Sanai)




"La ricerca di Dio deve essere appassionata. Tra tutto ciò che hai ricercato finora – sei stato alla ricerca del denaro, del potere, del prestigio e di mille altre cose – Dio non è mai stato presente nel tuo lungo elenco di desideri. Ma anche se lo mettessi al primo posto di quella lista, anche in quel caso te lo lasceresti sfuggire. Dev'essere la tua unica ricerca. Tutti i tuoi desideri dovrebbero diventare un unico desiderio, tutti i tuoi desideri dovrebbero confluire, come fossero fiumi che si riversano nell'oceano. Dio dovrebbe diventare la tua unica ricerca; solo allora, e solo in quel caso, ecco la rivelazione.


Milioni di persone pensano a Dio, ma non riescono mai a penetrare quel mistero, non riescono mai ad avere un’esperienza reale di Dio. Come mai? Il motivo è semplice: Dio è solo un elemento sulla lista della loro spesa, è solo una delle varie cose… in realtà, quelle persone non sono veramente pronte a essere totalmente devote. E in questo mondo solo una devozione totale ha successo.


Anche nella tua comune vita mondana, quando vedi un grande poeta ne riconosci subito la totale devozione alla sua arte. Per questo è grande; la totalità porta a essere grandi. Tutta la sua vita ha un unico significato, un solo centro, e la sua esistenza ruota intorno a quel centro: la sua arte.


Quando vedi un Van Gogh o un Picasso, riconoscerai che tutta la sua vita non è altro che il suo dipingere. Pittori simili ci pensano, ci meditano, ci sognano, ne sono perennemente affascinati; neppure per un istante si scordano della loro pittura.


Se un pittore cammina per la strada, non vede i volti delle persone come semplici facce: pensa continuamente come dipingerle. Se guarda i fiori, non si limita a guardarli: tutto il suo interesse è come dipingerli. Perfino nei suoi sogni, un grande pittore che veda un sogno a colori vivissimi ha un pensiero che lo accompagna: come dipingerlo? Quel pensiero è il suo stesso respiro, ritma il battito stesso del suo cuore: è ciò che lo rende grande.



Anche nella vita comune, là dove la tua devozione è totale, consegui grandi talenti; dunque, che dire di Dio? Dio è il centro stesso dell’esistenza; puoi avere energia a sufficienza per raggiungerlo solo se metti in gioco tutto ciò che hai. E’ un gioco d’azzardo, non è una questione d’affari: devi rischiare tutto ciò che hai, in un modo o nell'altro, non importa ciò che accadrà. Devi metterti in gioco totalmente!


Inoltre, la storia d’amore con Dio deve essere appassionata, ardente. Non può ridursi a una fredda speculazione filosofica; ma è ciò che accade: molte persone pensano a Dio in modo estremamente freddo; ma Dio è la vita di tutta la vita, è la cosa più calda che ci sia nell'intera esistenza. Non lo potrai mai raggiungere se sei così freddo, così filosoficamente freddo.


Lo scienziato è estremamente freddo, il suo lavoro è uno sforzo libero da qualsiasi passione; fa parte del suo addestramento rimanere distaccato, restare in disparte, non coinvolgersi affatto, non farsi prendere dai suoi esperimenti, restare sempre un osservatore, un outsider, essere assolutamente gelido, analitico.


Il poeta non può essere altrettanto freddo, altrimenti la sua poesia sarà gelida, non avrà alcun respiro; non pulserà affatto di vita. Il poeta si deve coinvolgere.


E il mistico dev'essere coinvolto totalmente. Il poeta è coinvolto solo ogni tanto, per questo solo una volta di tanto in tanto è un poeta; nessun poeta lo è ventiquattrore su ventiquattro. Se lo fosse, sarebbe un mistico; in quel caso la poesia sarebbe la sua preghiera. Se un pittore fosse tale ventiquattrore al giorno, non avrebbe bisogno di un’altra meditazione, non dovrebbe andare in un altro tempio; si può dimenticare totalmente i Veda, le Bibbie e i Corani: ha trovato i suoi Veda, la sua Bibbia, il suo Corano; dipingere è l’essenza di tutto ciò. Se riesce ad essere caldo e appassionato nella sua pittura ventiquattrore al giorno, se può diventare qualcosa che circola in lui, una costante circolazione nel suo essere del tutto simile al sangue che scorre nelle sue vene, allora è un mistico.


Il poeta si appassiona solo una volta ogni tanto; poi ricade nello stato comune al mondo mondano fatto di freddi calcoli, di numeri e cifre; perde il filo della poesia. Ogni tanto quella finestra si schiude ed egli può vedere il sole e la luna e le stesse, ma solo ogni tanto.


Il mistico è un poeta ventiquattrore su ventiquattro. Ricordalo: se veramente vuoi conoscere cos'è il divino che è l’esistenza, dovrai essere assolutamente appassionato; non si tratta di una ricerca scientifica, è una storia d’amore. E’ una questione di vita o di morte; e di fatto non è solo una questione, è una ricerca… non è semplice curiosità, non è un’indagine intellettuale, è una sete esistenziale.


Pensa a un uomo perso in un deserto, assetato. La sua non è una realtà intellettuale: non si preoccupa di quali siano gli elemento che formano l’acqua. Se inizi a tenergli una conferenza senza fine su ciò che compone l’acqua, sulla sua formula chimica, se cerchi di spiegar glene la formula, se gli parli di molecole di idrogeno e di ossigeno, ti salterà addosso e ti ucciderà. Non ha alcun interesse filosofico, nessuna motivazione scientifica; vuole acqua: è una questione di vita e di morte. E tu parli di formule! Come lo potranno mai appagare, come potranno lenire la sua sete?


Allorché la ricerca è appassionata, nessun testo sacro ti può soddisfare. E la gente si accontenta delle scritture solo perché la loro ricerca è falsa, è una pseudo ricerca. Leggono le loro Gita ogni mattina, recitano il loro Corano, perché la loro ricerca è una finzione; se fosse reale, non si accontenterebbero di parole, farebbero qualcosa. Inizierebbero a cercare Dio. Sarebbero pronti a qualsiasi viaggio, per quanto remoto, affronterebbero qualsiasi pellegrinaggio. Sarebbero disposti a rischiare ogni loro sicurezza, ogni garanzia, ogni comodità, ogni convenienza, poiché in quel caso Dio sarebbe la loro unica vita".


- Osho Rajneesh





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